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Umili Prose di Aleksandr Sergeevič Puškin

La tempesta di neve nella letteratura russa rappresenta un filone tematico molto interessante da approfondire. La tempesta è un espediente che viene usato per scombinare i piani e ribaltare le situazioni. Nell’opera di Puškin, “La figlia del capitano” grazie alla tempesta il protagonista, Grinëv, fa un fortuito incontro con un vagabondo, che in realtà è Pugačëv, capo della rivolta, al quale presterà soccorso. Grazie a questo incontro Grinëv si salverà da una morte certa. ~ “Vidi effettivamente al limitar del cielo una nuvola che avevo preso all’inizio per una collinetta lontana. Il cocchiere mi spiegò che la nuvoletta annunciava una tempesta di neve. Avevo sentito parlare delle tormente di quei luoghi e sapevo che interi convogli ne erano stati sepolti. […] Il vento intanto diventava di momento in momento più forte. La nuvoletta si era trasformata in una nuvola bianca che si alzava pesante, cresceva e pian piano occupava il cielo. Cadeva una neve minuta, e d’un tratto venne giù a fiocchi. Il vento cominciò a ululare; eravamo nella tormenta. In un attimo il cielo si era cambiato in un mare di neve. Tutto scomparve.”

Aleksandr S. Puškin “La figlia del capitano” 1836

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