Winston Smith, il protagonista, si occupa di riscrivere il passato quando necessario, in un mondo in cui non esiste più amore, non esiste famiglia, non esiste individualismo nè libertà. Esiste solo il Partito, the Big Brother, il leader indiscusso, che controlla tutti gli aspetti della vita dei cittadini.
Il suo è un mondo al contrario in cui
LA GUERRA È PACE
LA LIBERTA’ È SCHIAVITU’
L’IGNORANZA È FORZA
Riuscirà Winston a ribellarsi al sistema? A conoscere l’amore e la libertà?
Un incubo socio-psico-politico che potrebbe anche essere la realtà in cui viviamo.
Jules Verne riesce a farci ondeggiare tra realtà e fantasia, li unisce talmente bene che diventa difficile distinguerli, ti immergi nella lettura e allo stesso tempo nella scoperta di un modo veramente unico e curioso.
La storia è ambientata nel periodo successivo alla guerra di secessione e segue le avventure dei protagonisti a bordo del sottomarino Nautilus, costruito in segreto dal suo enigmatico comandante, Capitano Nemo.
Un misterioso mostro marino affonda le navi e le testimonianze dei pochi superstiti sopravvissuti a questi incidenti raccontano ciò che hanno visto, che ha dell’incredibile.
Riusciranno a liberare i mari dal mostro? Ma la domanda più rilevante è: che cos’è il mostro in realtà?
Le tre sorelle è un dramma teatrale. Al centro dell’opera sono tre sorelle, figlie di un generale morto l’anno prima. Ol’ga, la sorella maggiore, insegnante in un liceo femminile; Maša, sposata giovanissima a Kulygin, un professore di ginnasio che non ama e infine Irina, la più giovane e bella. Le tre sorelle, in particolare Irina, desiderosa di emanciparsi col lavoro, sono in attesa di trasferirsi a Mosca per sfuggire alla soffocante e mediocre vita di provincia…
Riusciranno le tre sorelle ad emanciparsi e a trovare un lavoro a Mosca?
Anthony Marston, John Macarthur, Emily Brent, Lawrence Wargrave, William Blore, Edward Armstrong, Philip Lombard e Vera Claythorne vengono invitati per diversi motivi a Nigger Island da un certo signor Owen, proprietario dell’unica abitazione sull’isola. Gli invitati non si conoscono tra di loro, non conoscono il signor Owen e una volta arrivati scoprono che il signor Owen e sua moglie non sono presenti; ad accoglierli vi sono solamente i due domestici, i coniugi Thomas ed Ethel Rogers e nemmeno loro conoscono i proprietari.
In ognuna delle camere assegnate agli ospiti è appesa al muro una filastrocca che recita la storia di dieci negretti i quali, uno dopo l’altro, muoiono in modi differenti.
Chissà quale sorte è riservata agli ospiti della villa?
Mattatoio n. 5 è la storia di Billy Pilgrim, un americano medio, un uomo qualunque con però l’eccezionale capacità di passare da una dimensione spaziale all’altra. Una narrazione visionaria e di una comicità paradossale, in cui si unisce il riso al pianto, tra il grottesco e fantastico.
Mattatoio n. 5 è anche uno dei più importanti libri contro la guerra che siano mai stati scritti. Il protagonista del libro si sente disorientato, fatalista e male addestrato a combattere, oltre ad odiare la guerra e rifiutarsi di combattere proprio come Kurt Vonnegut, che ha tratto ispirazione dalla sua personale esperienza bellica per questo libro. Vonnegut venne fatto prigioniero dai nazisti, ebbe la sventura di assistere alla distruzione di Dresda, fu testimone di uno dei più terribili bombardamenti della storia, sopravvivendo per miracolo.
Le 120 giornate di Sodoma è un vero e proprio dispiegamento delle passioni e perversioni umane. In un crescendo ossessivo, con un linguaggio che da prosa diventa annotazione e a volte frammento.
Il romanzo segue le vicende di quattro «libertini» e la loro paradossale sperimentazione di «sregolatezze» rigidamente regolate dalle imposizioni della società. Una lussuria senza freno ma che in realtà segue un ordine ben preciso. Un viaggio nell’intimo del desiderio umano, in territori inconfessati e segreti, oltre le ipocrisie e le reticenze dell’educazione e della società. In quest’opera si parla di tematiche grandiose e terrificanti allo stesso tempo. Sade ha segnato una tappa decisiva nel processo di conoscenza di sé dell’uomo occidentale.
Pietro è un ragazzino di città i cui genitori sono uniti da una passione comune, fondativa: la montagna. La montagna li ha uniti da sempre e quando scoprono il paesino di Grana, ai piedi del Monte Rosa, sentono di aver trovato il posto giusto. Una narrazione che segue il ritmo della montagna, dei suoi pascoli, ruscelli e vette.
Pietro trascorrerà tutte le estati a Grana insieme a Bruno, un ragazzo di montagna che ha la sua stessa età ma invece di essere in vacanza si occupa del pascolo delle vacche. Pietro inizia a camminare con suo padre e riceve da lui tutto il sapere sulla montagna che sarà l’unica e sola eredità che gli lascerà. Un’eredità che dopo tanti anni lo riavvicinerà a Bruno e lo riporterà in montagna.
Una notte di luna, il piccolo Conor si sveglia di colpo sentendo bussare alla finestra della sua cameretta. Terrorizzato, allunga l’orecchio per cogliere qualche rumore, ma nulla. Sono passati sette minuti dalla mezzanotte, è l’ora in cui i mostri sono in agguato. D’un tratto, Conor sente chiamare il suo nome e sente il panico: potrebbe essere l’apparizione spaventosa che da giorni lo tormenta nel sonno. Ma questo mostro è un po’ diverso: è semplicemente un albero, antico e selvaggio. Il mostro è pronto a stringere un patto con Conor: nelle notti successive gli narrerà tre storie, di quelle che aiutano a uccidere le paure più grandi nascoste nel profondo di ciascuno di noi. Ma in cambio la creatura misteriosa vuole da lui una quarta storia, che deve contenere e proteggere la cosa più pericolosa di tutte: la verità.
Un romanzo con una trama che si intreccia con gli avvenimenti che hanno distrutto l’Afghanistan ad una storia di due donne, Mariam e Laila, che per caso saranno nemiche e poi amiche in questa società così diversa e lontana dalla nostra. Mariam è un “harami“, una bastarda perché figlia illegittima nata da un padre ricco e dalla sua serva. Allontanata assieme alla madre, vive nella kolba, una baracca, ricevendo delle visite occasionali dal padre. Quando crescerà sarà costretta a sposare un uomo più grande di lei e ad abbandonare la propria città.
Nel frattempo conosciamo una bambina di nove anni, Laila che cresce insieme ad una madre in un lutto perenne per la perdita dei suoi fratelli e con un padre che l’aiuterà a suo modo a crescere e studiare. Crescerà insieme al suo più grande amico Tariq, fin quando, col tempo, capiranno d’amarsi. Cambia il governo e la politica in Afghanistan e scoppia la guerra. Tariq è costretto ad andare via con la propria famiglia e propone a Laila di andar via con lui ma ella non se la sentirà di lasciare i suoi genitori. Dopo qualche tempo anche la famiglia di Laila decide di partire. Avviene un grande cambiamento nella vita di Laila che la porterà a conoscere e condividere il tetto con Miriam. Tra le due donne nascerà un rapporto che ci condurrà tra guerra, violenze, amori, tristezze e rinascite.
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